Il piemonte ai tempi della bufera
La storia narrata nel romanzo si svolge tra il 1797 e il 1799.
In quegli anni non esisteva ancora un' Italia unita come oggi, ma il territorio italiano era diviso in numerosi “staterelli”.
Il Piemonte faceva parte del Regno di Sardegna governato dai Savoia; la capitale del regno era Torino.
Nel 1789 in Francia era scoppiata la rivoluzione e i giacobini ( cioè i rivoluzionari) avevano arrestato e successivamente ucciso il re Luigi XVI proclamando la repubblica.
Le idee rivoluzionarie erano arrivate anche in Piemonte dove vi erano molti giacobini che speravano, con l'aiuto dei soldati francesi, di poter cacciare il re e proclamare la repubblica. I giacobini volevano abolire i privilegi dei nobili e del clero per migliorare le condizioni di vita del popolo.
Nel 1796 le truppe francesi sconfissero l'esercito piemontese e il re Vittorio Amedeo III dovette firmare l'armistizio di Cherasco. In molte città piemontesi si innalzarono gli alberi della libertà ( simbolo della rivoluzione giacobina). Nelle campagne, però, i contadini non
vedevano di buon occhio nè i giacobini nè i soldati francesi che passando distruggevano le coltivazioni e rubavano ogni cosa. Nel 1797 la carestia portò molte ribellioni guidate dai contadini ridotti alla fame. Nel frattempo il vecchio re era morto ed era salito al trono Carlo
Emanuele IV che però non riuscì a porre rimedio alla situazione divenuta ormai disastrosa. Dapprima il nuovo re dovette cedere la cittadella di Torino ai Francesi che in questo modo ottennero, di fatto, il controllo militare sulla capitale, e infine dovette rinunciare al trono
e fu costretto a fuggire in Sardegna il 9 dicembre del 1798.
Subito dopo la partenza del re venne formato un governo repubblicano.
Nel frattempo però, l'esercito austro russo che combatteva contro i Francesi si stava avvicinando dalla Lombardia per liberare il Piemonte.
Alla notizia dell'arrivo delle truppe austriache e russe, scoppiarono molte rivolte contro i Francesi e i giacobini che vennero uccisi in gran numero da bande armate che combattevano per riportare sul trono il re. La più famosa di queste bande fu la cosiddetta Massa Cristiana
comandata da Branda Lucioni.
Il 25 maggio 1799 le truppe austriache e russe e i contadini della Massa Cristiana entrarono in Torino e successivamente cacciarono i Francesi.
Questi furono anni tremendi, anni in cui si susseguirono guerre, rivolte, carestie e regolamenti di conti; insomma, possiamo dire che sul Piemonte si abbattè un vera e propria
"bufera", sì proprio quella bufera che dà il nome a questo romanzo.
A cura di Alessandro Ambroggio
In quegli anni non esisteva ancora un' Italia unita come oggi, ma il territorio italiano era diviso in numerosi “staterelli”.
Il Piemonte faceva parte del Regno di Sardegna governato dai Savoia; la capitale del regno era Torino.
Nel 1789 in Francia era scoppiata la rivoluzione e i giacobini ( cioè i rivoluzionari) avevano arrestato e successivamente ucciso il re Luigi XVI proclamando la repubblica.
Le idee rivoluzionarie erano arrivate anche in Piemonte dove vi erano molti giacobini che speravano, con l'aiuto dei soldati francesi, di poter cacciare il re e proclamare la repubblica. I giacobini volevano abolire i privilegi dei nobili e del clero per migliorare le condizioni di vita del popolo.
Nel 1796 le truppe francesi sconfissero l'esercito piemontese e il re Vittorio Amedeo III dovette firmare l'armistizio di Cherasco. In molte città piemontesi si innalzarono gli alberi della libertà ( simbolo della rivoluzione giacobina). Nelle campagne, però, i contadini non
vedevano di buon occhio nè i giacobini nè i soldati francesi che passando distruggevano le coltivazioni e rubavano ogni cosa. Nel 1797 la carestia portò molte ribellioni guidate dai contadini ridotti alla fame. Nel frattempo il vecchio re era morto ed era salito al trono Carlo
Emanuele IV che però non riuscì a porre rimedio alla situazione divenuta ormai disastrosa. Dapprima il nuovo re dovette cedere la cittadella di Torino ai Francesi che in questo modo ottennero, di fatto, il controllo militare sulla capitale, e infine dovette rinunciare al trono
e fu costretto a fuggire in Sardegna il 9 dicembre del 1798.
Subito dopo la partenza del re venne formato un governo repubblicano.
Nel frattempo però, l'esercito austro russo che combatteva contro i Francesi si stava avvicinando dalla Lombardia per liberare il Piemonte.
Alla notizia dell'arrivo delle truppe austriache e russe, scoppiarono molte rivolte contro i Francesi e i giacobini che vennero uccisi in gran numero da bande armate che combattevano per riportare sul trono il re. La più famosa di queste bande fu la cosiddetta Massa Cristiana
comandata da Branda Lucioni.
Il 25 maggio 1799 le truppe austriache e russe e i contadini della Massa Cristiana entrarono in Torino e successivamente cacciarono i Francesi.
Questi furono anni tremendi, anni in cui si susseguirono guerre, rivolte, carestie e regolamenti di conti; insomma, possiamo dire che sul Piemonte si abbattè un vera e propria
"bufera", sì proprio quella bufera che dà il nome a questo romanzo.
A cura di Alessandro Ambroggio